Lucio Sempronio Atratino era un Console Romano vissuto nel I° Secolo A.C., poco più di duemila anni fa,esattamente tra il 73 e il 20 A.C. Gaeta in quel tempo era un rinomato luogo di villeggiatura con un porto naturale già allora celebre in tutto il mediterraneo; lungo tutta la costiera gaetana sorsero ville e mausolei che, a distanza di secoli, testimoniano ancor oggi la ricchezza di quei tempi. Alle spalle del borgo marinaro di Porto Salvo un imponente mausoleo circolare domina il colle: è la tomba di Lucio Sempronio Atratino, semidistrutta e catturata da una fitta edilizia abitativa.
Purtoppo, si presenta come un rudere di notevoli dimensioni privo dei grandi blocchi marmorei che fino al X secolo D.C., lo rivestivano integralmente. Quando fu costruito nel 20 A.C. dominava un’amena collina tra lussureggianti vigneti e folti oliveti, affacciato sul mare profondo e limpido del Tirreno e di fronte ai maestosi rilievi dei monti Aurunci.
Lucio Sempronio Atratino comandò la flotta di Antonio nel 38 A.C. e fu console di Roma quattro anni dopo. Nel 21 A.C. ebbe Gli Onori del Trionfo per i successi riportati in Africa. L’anno successivo, insofferente per incurabili malattie che lo affliggevano, si tolse la vita nel bagno della sua villa, a poca distanza dal luogo ove fu sepolto. La struttura del sepolcro Romano è analoga all’altra del Console Lucio Munazio Planco, realizzata contemporaneamente sulla cima del promontorio di monte Orlando, meglio conservata. Solo uomini facoltosi potevano permettersi tombe così imponenti.
Entrambi i mausolei di Gaeta, Atratino e Planco, sono sorti in posizione panoramica sulla penisola e sul Golfo e ciò testimonia egregiamente il legame affettivo e simbolico dei ricchi Patrizi Romani con questi luoghi suggestivi. Tre celle funerarie, unite da un ambulacro circolare e da una cisterna ellittica costituiscono l’interno di questo mausoleo, i cui blocchi di rivestimento esterno furono asportati e utilizzati – nel medioevo – per la costruzione del bel campanile del duomo di Gaeta, dell’antica cinta muraria e della torre de palazzo del Patrizio Imperiale Giovanni.
Gravi danni il monumento ha subito nel corso dei secoli, in particolare per lo scoppio di barili di polvere durante l’assedio di Gaeta del 1815,quando era utilizzato come fortilizi Recentemente il Mausoleo è stato restituito a maggiore dignità attraverso opere di restauro e consolidamento.